Oggi ho approfittato di un po’ di offerte su Amazon americano e inglese, portandomi a casa molti manuali scontati oltre il 50%, facendo buoni affari nonostante le spese di spedizione. Da qui il desiderio di parlare di un argomento che trovo molto importante: la centralità della lingua inglese nel gioco di ruolo.
Ho grande rispetto per l’ottimo lavoro di importazione e traduzione che molte case editrici italiane fanno, ma dal mio punto di vista il futuro dovrebbe essere un altro.
La mia personalissima opinione è che nei giorni nostri non sapere l’inglese, vista la facilità con cui possiamo usufruirne e apprenderlo, non è una scelta ma una vera e propria mancanza. L’inglese del gioco di ruolo non è mai particolarmente complicato e, anzi, è un ottimo trampolino per migliorare la conoscenza della lingua.
Posto che ci sono giochi splendidi prodotti nelle varie lingue di appartenenza degli autori e non tradotti, è innegabile però quanti siano i vantaggi di usare le risorse globali dell’inglese per i giochi di respiro internazionale: i kickstarter hanno molti più fondi perchè ci sono backer da tutto il mondo e con lo stesso investimento si ottiene molto di più; la scelta dei manuali è più ampia; non ci sono errori di traduzione se gli autori sono anglofoni; arrivano mesi prima; si trova molto materiale non ufficiale; c’è un mondo intero di sconti, di usato, di offerte; ci si può confrontare con molte più persone.
Dopodichè una comunità italiana anglofona, globale e preparata potrebbe essere lei stessa creatrice di prodotti nostrani facilmente esportabili in tutto il mondo, come gli scandinavi di Riot Minds e Fria Ligan ci insegnano.
Sono d’accordo praticamente su tutto (magari la produzione in inglese da non anglofoni è più complessa, lì bisogna raffinare molto le capacità, o scrivere giochi elementari 😛 ).
Io ho iniziato a imparare proprio con i giochi di ruolo (come Rolemaster) e i videogiochi.
Però conosco anche persone che con l’inglese proprio non ce la fanno, pur riuscendo a macinare persino il francese!